Tra le numerose, possibili conseguenze dell’infezione da COVID-19 sull’organismo, (il cosiddetto long-Covid), la NEBBIA MENTALE è da prendere in grande considerazione, poiché si tratta di un disturbo (o meglio, un insieme di disturbi) che ha notevoli implicazioni per la qualità della vita del paziente guarito dal Covid.
Il National Institute of Health conferma che il Covid-19 provoca, anche se contratto in forma leggera, disturbi neurologici quali difficoltà di attenzione, di concentrazione, cali di memoria, difficoltà ad ordinare i pensieri ma anche ansia, depressione, disturbi da stress post-traumatico, cui sono soggetti anche i pazienti non ospedalizzati. Questi sintomi migliorano nel tempo, ma possono persistere fino a tre-sei mesi, con un impatto negativo sulla vita relazionale, sociale e lavorativa.
Secondo la rivista scientifica Lancet Psychiatry, l’impatto della pandemia sulla sfera neurologica e psicologica investe fino a una persona su tre guarita dal Covid-19, ma che ha poi sviluppato problemi di salute mentale o sintomi neurologici a lungo termine. Ciò è particolarmente preoccupante quando investe la popolazione giovanile, costretta, in quasi due anni, all’isolamento per lunghi periodi. Secondo una statistica dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, nel 2021 i suicidi e i comportamenti autolesionistici tra i giovani dai 14 ai 18 anni sono cresciuti del 30%.
Per saperne di più:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8211714/
https://www.thelancet.com/journals/eclinm/article/PIIS2589-5370(21)00324-2/fulltext
https://www.ospedalebambinogesu.it/bambino/focus/nuovo-coronavirus/